> Seno troppo
piccolo
- Se il tuo seno ti sembra troppo piccolo, puoi ricorrere
alla chirurgia estetica. L'intervento prevede l'inserimento
di protesi mammarie la cui forma e il cui volume vengono
scelte dal paziente insieme al medico, in armonia con il
corpo della persona.
- In caso di malformazioni congenite, postumi di traumi,
incidenti o malattie interviene invece la chirurgia ricostruttiva.
In alcuni casi gli interventi sono mutuabili ovvero a carico
del sistema sanitario nazionale.
Quando ricorrere
alla chirurgia estetica?
> Seno troppo grande
Viene eseguita una riduzione mammaria. La chirurgia è
considerata riparatrice se vengono tolti almeno 300 g di
grasso per ogni seno e se si soffre veramente a causa del
seno: mal di schiena, difficoltà a correre, a rimanere
in piedi a lungo… Il costo dell'operazione varia dai
tre ai quattromila euro.
> Seno rilassato
Con l'età, le gravidanze, le variazioni di peso...
i tessuti si rilassano d il seno diventa cadente. La chirurgia
permette di rialzare il seno, eliminando l'eccesso di pelle
e rimodellando la ghiandola. L'intervento costa 3 500 €
circa.
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Seno asimmetrico
In nessuna donna i seni sono esattamente uguali! Ma
si parla di asimmetria patologica quando vi è
una differenza di due tagli tra un seno e l'altro. In
tali casi la chirurgia permette di correggere la malformazione,
riducendo il seno più grande o aumentando quello
più piccolo!
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Protesi in silicone:
facciamo il punto!
Le protesi in silicone
sono state usate, lodate, demonizzate, proibite... Insomma
si sente dire di tutto sulle protesi in gel si silicone!
Facciamo il punto.
> Non è stato
dimostrato che l'inserimento di protesi in silicone presenti
rischi particolari per la salute (eccetto il rischio di
ematomi, emorragie o infezioni legati a qualsiasi operazione
chirurgica !). Non esiste invece nessun rischio di rigetto.
> Le protesi in gel di
silicone furono ritirate dal mercato statunitense ed europeo
nel 1992, per timore che potessero causare tumori mammari
e malattie autoimmuni. L'uso di protesi in gel di silicone
fu nuovamente consentito nel 2000 in Europa e nella maggior
parte del mondo, dato che molti studi che non hanno riscontrato
correlazioni di questo tipo. Oggi come oggi tali tipi di
protesi, anche in virtù di tutte gli studi effettuati,
sono le più evolute tecnologicamente e le più
usate dai medici.
> In alcuni casi si possono
verificare degli inconvenienti: formazione di pieghe, incapsulamento
intorno alla protesi... Tali anomalie possono essere corrette
con un ullteriore intervento.
> Le protesi mammarie
con soluzione fisiologica sono riempite di una soluzione
simile al liquido che riempie gran parte del corpo umano.
Grazie ad un tubicino di riempimento rimovibile si puo'
aggiungere liquido, fino a sei mesi dopo l'intervento. Sono
molto usate negli Stati Uniti, in quanto permettono di ottenere
un seno di dimensioni impressionanti! I rischi: la protesi
si puo' sgonfiare o bucarsi, facendo fuoriuscire il liquido.
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> Negli
ultimi anni sono apparse alcune tecniche innovative,
come le iniezioni di grasso (prelevato dai glutei o
dalle cosce) o di acido ialuronico, una tecnica venuta
dal Giappone e che consiste nell'iniettare sotto la
ghiandola mammaria un nuovo filler (riempitivo) a base
di acido ialuronico che fa aumentare istantaneamente
il seno. |
QUANTO COSTA RIFARSI IL SENO?
LA SPESA
L' intervento
non è doloroso, i postumi sono comunque quelli
di un intervento operatorio.(.di questo stiamo parlando)
con limitazione nel portare pesi ed accortezza nell'
esposizione al sole fra le altre cose che il chirurgo
spiegherà
Infine c' è da considerare una percentuale non
bassissima in cui potrebbe verificarsi il rigetto delle
protesi. |
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SPIEGAZIONI E TECNICHE
NEL DETTAGLI NEL CASO DI RIFACIMENTO DEL SENO (tratto
da un articolo del Dr.Massimiliano F.Brambilla)
Anatomia:
la mammella, composta da una parte di ghiandola mammaria
ed una preponderante di tessuto adiposo, si adagia sul muscolo
pettorale che a sua volta precede il piano costale. I dotti
galattofori collegano gli acini ghiandolari al capezzolo
consentendo l’allattamento.
Indicazioni:
La mastoplastica additiva è utile nei casi in cui
il seno sia naturalmente piccolo oppure sia diminuito di
volume in seguito a gravidanza ed allattamento ed ancora
qualora esista una congenita od acquisita differenza di
volume tra le due mammelle.È inolre indicata quale
metodica di trattamento delle modeste ptosi in cui il sollevamento
della ghiandola mammaria può essere ottenuto mediante
l’aumento del volume mammario.Spesso però la
ptosi della mammella è così marcata che può
essere indicato l'intervento di mastopessi associato all'inserimento
della protesi.
La sola alternativa non chirurgica per aumentare il seno
risiede nella gravidanza e nel reggiseno imbottito; non
esistono altre metodiche sicure se non l'impianto di una
protesi mammaria.
Armonia d’insieme:
la proporzione è per me una linea guida. Il volume
ideale della mammella e la sua forma devono essere proporzionati
al torace e all’altezza. Decideremo insieme il volume
mammario definitivo indicativo , il tipo di intervento ed
il tipo di protesi.
Le protesi oggi a disposizione sono tante e variano per
forma e dimensione. La forma può essere tonda o anatomica,
la proiezione a basso, medio o alto profilo; l’involucro
esterno è sempre di silicone (liscio o testurizzato)
mentre il contenuto può essere di gel di silicone
o di altri materiali; la superficie delle protesi può
essere liscia o testurizzata. Protesi particolari hanno
l’involucro esterno rivestito da poliuretano. Personalmente
prediligo le protesi contenenti gel di silicone e non ho
completa fiducia dei materiali alternativi oggi commercializzati
(che per altro hanno scarso credito presso la maggior parte
dei chirurghi) poiché , ad eccezion fatta della soluzione
fisiologica, hanno presentato numersi problemi nel corso
degli anni e vantano una documentazione scientifica scarna.
La scelta della protesi viene fatta dal chirurgo, concordemente
con le necessità della paziente, in base alla struttura
fisica, l’accettazione psicologica e la via di accesso.
Le protesi e la diagnosi
precoce del tumore della mammella: Le protesi non pongono
particolari problemi diagnostici. E’ bene tuttavia
affidarsi ad un centro competente dotato dei più
moderni macchinari. Sotto i 40 anni è indicata la
sola ecografia come esame di base, sopra i 40 anni ecografia
e mammografia (meglio se digitale).
Esami preoperatori: è
indispensabile effettuare prima dell’intervento alcuni
esami del sangue, l’elettrocardiogramma e a seconda
dell’età una ecografia mammaria o una ecografia
ed una mammografia.
L’anestesia: L’intervento
può essere effettuato in anestesia locale assistita
o generale.L’intervento viene effettuato in strutture
attrezzate atte a garantire il massimo dell’assistenza.
IL PRIMO CRITERIO DA PERSEGUIRE E’ INFATTI
QUELLO DELLA SICUREZZA.
L'IMPORTANTE E'.........NON
ESAGERARE!!! |
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La tecnica La via di accesso
per l’inserimento della protesi richiede un’
incisione di qualche cm che può essere collocata
nel solco mammario o nella metà inferiore o superiore
dell’ areola o nel cavo ascellare.
La cicatrice è in genere poco visibile, sebbene la
qualità della stessa sia in gran parte determinata
dalla reattività soggettiva.La sede di incisione
viene decisa insieme in funzione delle caratteristiche individuali,
dei desideri e delle possibilità tecniche.
La protesi può essere posizionata in sede sottoghiandolare
o sottomuscolare (totalmente o parzialmente) in funzione
delle caratteristiche individuali. Non esiste una visione
univoca dei chirurghi plastici circa il posizionamento in
una sede o nell’altra. In genere , se la ghiandola
mammaria è sufficientemente abbondante da coprire
in modo sufficiente l’impianto, la protesi potrà
essere collocata sia in sede sottoghiandolare che sottomuscolare.
Se la ghiandola è scarsa, allora la posizione sottomuscolare
si rivela obbligatoria.
L’intervento dura circa un’ora. Vengono posizionati
di norma dei drenaggi aspirativi che vengono rimossi generalmente
al momento della dimissione.
Il decorso: è significativamente diverso nel caso
della mastoplastica additiva sottoghiandolare e sottomuscolare.
Nel primo caso il dolore postoperatorio è scarsissimo
ed il recupero funzionale conseguibile nell’arco di
qualche giorno; nel secondo il dolore è maggiormente
accentuato ma ben governabile con opportuni farmaci antidolorifici
ed è raccomandabile astenersi per almeno due settimane
da attività che necessitino l’impegno dei mucoli
pettorali.
Le protesi e l’allattamemento:
se le protesi sono inserite per un accesso al solco mammario
o all’ascella l’allattamento rimane inalterato,
se la via di accesso è all’areola, generalmente
l’allattamento ne risulta ridotto. La sensibilità:
generalmente rimane inalterata. Se l’accesso è
all’areola, si avrà una temporanea riduzione
di sensibilità che solo eccezionalemente risulterà
definitiva.
Limiti della chirurgia:
purtroppo il bisturi non sempre è una bacchetta magica
e talvolta il desiderio non può essere conseguito
e le aspettative devono essere ridimensionate. Qualche esempio:
una mammella molto piccola difficilmente sarà in
grado di ospitare in modo ottimale una protesi molto grande
perché gli scarsi tessuti non potranno rivestirla
sufficientemente. (es. una mammella di partenza della 1°
non potrà diventare una 4° o 5° misura dalla
bella forma); una distanza toracica notevole tra le due
mammelle in un soggetto magro difficilmente sarà
correggibile poiché centralmente scarseggiano i tessuti
di copertura; mammelle che presentano un complesso areola
capezzolo divergente (che guarda all’esterno) a seguito
dell’intervento tenderanno ad esacerbare questa tendenza
se non corrette da una escissione cutanea periareolare;
sebbene la mastoplastica additiva permetta la soddisfacente
risalita dell’areola di una mammella lievemente ptosica,
mammelle eccessivamente cadenti potranno beneficiarne solo
parzialmente e si renderà necessario il ricorso alla
mastopessi. Vi sono poi condizi0ni “ intermedie”
di ptosi (tra il lieve ed il medio grado) che non hanno
inidicazione univoca e certa. In questi casi il solo ricorso
alla sola mastoplastica additiva impone l’inserimento
di protesi mammarie abbastanza voluminose , talvolta a discapito
della bellezza ideale di forma ma a vantaggio degli esiti
cicatriziali che rimangono minimi; il ricorso alla mastopessi
consente invece di conseguire migliori risultati di forma
e volume con maggiori esiti cicatriziali.
Quanto durano le protesi?
è una domanda a cui nessuno sa rispondere in modo
preciso. Le protesi prodotte oggi sono molto resistenti
e verosimilmente il manufatto è in grado di resistere
inalterato nell’organismo per decenni. Va però
considerato che i tessuti sviluppano sempre intorno alla
protesi un normale reazione fibrotica denominata capsula
fibrosa, una struttura da immaginarsi come un sottile foglietto
che arriva a rivestire uniformemente tutta la protesi.In
alcuni casi , ( la reazione individuale gioca un ruolo fondamentale)
la capsula fibrosa stringe così forte la protesi
da determinare la condizione definita di “contrazione
capsulare” che può portare ad alterazione della
forma della protesi e rendere necessario il reintervento
anche se la protesi è rimasta integra. Ricordiamoci
però che le protesi prodotte oggi tendono sempre
meno a determinare questo fenomeno. In sintesi: aspettatevi
di dover un giorno cambiare la protesi ma, se mai fosse
necessario , se nessun fattore di reazione soggettiva abnorme
intervenisse prima, potrebbe essere tra molto tempo.
I rischi: mai fidarsi di
un chirurgo che ometta di parlarne!La mastoplastica additiva
è un intervento chirurgico e come tale va affrontato.
Le complicanze, sebbene rare, sono sempre possibili. Quelle
immediate contemplano anche le gravi ma rarissime complicanze
anestesiologiche. Se l'intervento è effettuato da
persone competenti operanti in una struttura di ricovero
idonea, i potenziali rischi sono però ridottissimi
e quindi ben affrontabili.Le possibili sebbene rare complicanze
immediate sono date da ematomi, infezioni, sieromi, malposizionamenti
che possono anche richiedere il reintervento.Le complicanze
a lungo termine sono date fondamentalemente dalla comparsa
di contrazione capsulare mentre il normale processo di invecchiamento
delle protesi, non è associabile a complicanza.
il costo della mastoplastica
additiva è di circa 7500 euro, incluse
le protesi migliori sul mercato.
Tratto da: bellezza.it
- wikipedia - alfemminile.com
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